giovedì 24 maggio 2007

raccomandata


ho scritto il nome su un foglio di carta. ho preso una penna stilografica che era di mio padre, precisa e chiara come era anche lui, e l’ho scritto su un foglio trovato per casa, salvato alla furia di un uomo ordinato. ci ho messo un secondo, non credo di più. un tratto veloce colore del mare, quello che trovi più al largo quando si fa più profondo. un’onda improvvisa sopra un mare sottile. delle lettere dispari, una a fianco all’altra, come truppe da sbarco non troppo allineate ma che quando le vedi capisci subito cosa vuol dire. e ti viene da correre incontro allargando le braccia ed il sorriso. o da scappare lontano per non sapere come finisce la storia.
ho scritto quel nome per lasciarlo andar via, acqua di un fiume che scorre costante, ed con gli occhi chiusi ho piegato quel foglio in modo preciso, stando attento che gli angoli combaciassero bene come le labbra di due amanti uguali ed imperfetti.
ho aperto una busta di un formato diverso, un vestito sbagliato senza troppe pretese sopra un corpo speciale dal carattere antico e l’ho spedita il mittente perché un giorno ritorni. con il suo segreto che poi è anche il tuo.

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