domenica 20 maggio 2007

ho chiuso gli occhi un secondo all'ombra di un sole da mille candele, con l'animo inquieto di un pesce volante. i piedi palmati sul bordo scucito di questo mare di juta e la testa a far sogni profondi cento metri o anche di più. mi sono tuffato nel cielo picchiando la faccia contro la mia luna un po' storta.
perchè come un morto ammazzato sul luogo del proprio delitto io vado, poi torno, non passo dal via, non vado in prigione e non disfo i bagagli che un attimo dopo forse di nuovo riparto. entro in punta di mani e saluto coi guanti per non disturbare il vostro rumore pesante. e se un giorno scompiaio potrete dire 'sapevo', poi magari ripasso come uno studente distratto e me lo spiegate di nuovo che non capisco le vele.
presto o tardi riprenderò la mia strada privata, coi buchi d'asfalto a raschiare le ruote. porterò solo le valigie di cartone animato, con dentro un cuore di scorta del mio campionario di piazzista appiedato. un cuore di vetro, guardare-non-toccare, come colori che rimbalzano in aria dopo essere esplosi.
ma per ora rimango con la voglia evidente di starti alle spalle, come una pelle macchiata che non vuoi più nascondere. finchè un colpo di vento non venga a giocare coi miei capelli aquilone per portarmi in posto due metri più in là.

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