mercoledì 16 maggio 2007

gli occhi di brace della zingara triste ti riducono in cenere manco fossi una ciste,
e se supplichi o chiedi sulla carta da bollo , per una modica cifra spacca l’osso del collo.
non basta l’aiuto delle vestali emigranti per garantirti il sorriso quando hai giocato coi denti.
che hai scommesso ed hai perso quando un tempo eri creso. la giostra ha girato, il calcinculo l’hai preso.
la donna cannone ti soffocherà nella carne tra salsicce e salami che non smetti di darne
e tra pastoie ed antipasti quanto vino berresti, quello bianco brillante che ti porta il mattino.
balla la nana vestita da sera, canta poppea dentro il latte materno.
mille navi arrivate fatte di cera che se ci provi a volare finisci all’inferno.
e con belzebù sulla porta puoi ballar la mazurca, pensando di stringere una donna ma porca,
che apprezzi per bene tutto quel che puoi dare, che se non vedi e non senti non si può giudicare.
finisce l’orchestra con un giro di samba , poi parte una corda, una stecca la tromba,
tutti a casa a pensare attaccati al bicchiere. fate quel che volete: io vi amo signore.

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