mercoledì 11 aprile 2007

ambarabà cicì cocò, questo cuore a chi lo do,
che l’ho dato in pasto al mare, l’ha condito olio e sale,
l’ha mangiato e vomitato, alla sirena rifilato.
lei l’ha visto un po’ malconcio, e come fosse sancio pancio,
scaricato giù a cavallo, giù da podio e piedistallo..
l’ho riempito poi di vino, bianco secco e grignolino,
ma avrei voluto un alsazia, non andò bene e fu disgrazia.
poi l’ho dato a quella alta, per portarlo fino a malta,
alla francese quella sola, con progetti per la sua gola
ma non va bene, non è bello, e ricomincia il ritornello
l’ho portato a est-nord-est, l’han curato quelle e quest,
l’ho portato alla befana, mi è sembrata una romana
poi l’ho preso stretto stretto, quasi come fosse un gatto
dentro il vino ubriacato, stesso come innamorato
preso in giro, beffeggiato, una: “pirla” gliel’ha urlato
ed alla fine lo tengo solo, poi magari me lo scolo
e se qualcuna lo volesse anche sbagliando lo dicesse
che non vedo mai un errore a scoprire il proprio cuore.
quindi ascolta, dimmi bene, vino al vino pane al pane
quel che devo e cosa fare, per poterti infine amare

Nessun commento:

Powered By Blogger

Archivio blog