MA la pioggia arrivò dopo tanta calura e l'arcobaleno spuntò e i colori tornarono mentre dalla terra spuntavano i fiori e parlavano con lui. Ciao Bask.Anche con i vari spostamenti...si ritrova il gusto della parola quando nè riconosci la fonte! Fulvia
non sarà il tempo ma quello che puoi tienilo stretto
favola e cronache dell'uomo quasi uomo quasi bambino
C'era una volta un uomo, e non era ancora un uomo, era un bambino. Questo bambino in parte uomo e in parte bestia rognosa era proprio un bambino ma voleva essere un mostro. I mostri sono speciali. Ma non era un mostro. Passava le giornate alla ricerca della soluzione al suo problema, gli incubi. Aveva sempre degli incubi terribili. Poi andava a dormire. Per vivere da bambino che si rispetti, in una società che era quella che gli era capitata, si gettava in passatempi futili (la sua vita era futile). Andava tutto più o meno bene, ma più meno che bene e meno che più. poi il bambino cresce quindi C'era una volta un uomo che poi tanto uomo non era nel senso che era ancora bambino però insomma gli altri lo chiamavano "uomo". Pochi altri a dire il vero: avendo passato un'infanzia in.felice e in.solitudine non aveva grande compagnia però si sa che gli amici son tesori e le mappe le trovi sempre quando le disegni. Questo uomo.bambino continuava ad avere gli incubi e fin qui tutto benone. Però insomma, notava che c'era un problema: non cresceva, e non si parla di uccello e cm, ma di testa ovvero la sua testa non cresceva di diametro. Vedeva la mongolfiere ed era tanto triste. quindi quest'uomo non cresceva e quindi C'era una volta un uomo, un uomo.vecchio&incontinente a dire il vero, che aveva vicino a sé un bambino ma pure troppo ce l'aveva dentro e pensare che non lo aveva neanche mangiato. Questo uomo.vecchio.incotinente.contenente.bambino aveva ancora degli incubi, il portinaio attribuiva tutte le colpe alla senilità. Ma il UVICB sapeva che non era colpa della senilità ma della culilità: c'aveva avuto culo nella vita nonostante le solitudini (evvabbè) e gli incubi diurni e non. E tutto gli era andato, tutto sommato, non male. Questo lo terrorizzava (quando arriva il peggio ma peggio ma che fa male?). Poi morì per fortuna, da bambino o quasi. E non era diventato un mostro, ma ci sperava per l'aldilà, in reincarnazioni senza limiti. Lo aveva anche scritto nel testamento, con una penna bic di colore blu. quindi magari fatti tanto male che t'alleni (maielvin)
dice
adoro farmi un martini
anche un secondo bicchiere
al terzo finisco sotto il tavolo
al quarto sotto il mio cavaliere
(dorothy parker, santa donna)
per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi d'ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali che esplodono tra le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno oh! (jack kerouac)
un'attenta analisi delle strategie sinistrorse in campo musicale porta alla luce un'arma fin qui ignota, il menticidio, messa a punto dal kgb per indurre al suicidio mentale, e cioè al rincoglionimento senza scampo, un'intera generazione di ragazzi americani. il che spiega una volta per tutte i rolling stones. (mordecai richler)
se ti capiterà di battere un calcio di rigore, in una partita di calcio o nella vita non importa, ma se dovrai tirarlo tu 'sto minchia di rigore: io ti faccio una preghiera.
qualsiasi dolore, qualsiasi paura, qualsiasi calcolo, mettilo da parte e tira sempre all'incrocio dei pali.
è bello il golle all'incrocio dei pali.
certo, è più facile sbagliare, ma chi se ne fotte, davidù, se devi fare un golle, fallo bene, eccheminchia
(davide enia )
why do you sing hallelujah / if it means nothing to you? (damien rice)
forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi vedró compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. ma sarà troppo tardi; ed io me n'andró zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. ('genio montale)
nell’arte la cosa più importante è la cornice. nella pittura è letteralmente così, per le altre arti solo in senso figurato, perchè senza quell’umile oggetto non è possibile capire dove finisca l’arte e dove inizi il mondo vero. (frank zappa)
mia cara amica,
sono troppo stanco e troppo ammalato per cercar di comprendere. prendo il partito dei più deboli, il mio solito partito: parto. regalo a chi ne ha bisogno quel poco di poesia che può essere sorta in te dal nostro amore. non posso dirti altro dopo questo. mia cara sono realmente ammalato non ho potuto sopportare l'attesa e le tue lettere. ricevo ora il telegramma. parto domattina per la casetta. là c'è il silenzio.
io ti amo tanto e rimpiango la poesia solo perché essa saprebbe baciare il tuo corpo di psiche e il tuo viso roseo e nero colla bocca sfiorita di faunessa. perdonami se non voglio essere più poeta neppure per te. sai che neppure le acque e neppure il silenzio sanno più dirmi nulla e senti la mia infinita desolazione. ti porto come il mio ricordo di gloria e di gioia. ricorda quando soffrirai colui che ti ama infinitamentee porta per se solo il tuo colore. l'ultimo bacio dal tuo dino che ti adora.
(dino campana)
una delle mie signore di un tempo mi aveva urlato una volta: tu bevi per scappare dalla realtà.
naturalmente, mia cara
(charles bukowski)
non appena aprirò la porta e mi affaccerò alle scale, saprò che sotto inizia la strada; non lo stampo ormai accettato di fronte: la strada, la viva foresta ove ogni istante può piovere addosso come una magnolia, ove i volti nasceranno man mano che li guarderò, quando andrò avanti ancora un poco, quando con i gomiti e le palpebre e le unghie andrò a fracassarmi minuziosamente contro la pasta del mattone di cristallo, e mi giocherò la vita avanzando un passo dopo l’altro per andare a comperare il giornale all’angolo (julio cortazar)
sono un alcolizzato, sono un tossicomane, sono un omosessuale.
sono un genio (truman capote)
due parole soltanto
e tu?
fidarsi è bene?
the ending
I had always heard that your entire life flashes before your eyes the second before you die. Only that one second, isn't a second at all, it seems to stretch out forever like an ocean of time. For me it was lying on my back at boy scout camp, watching falling stars. And the maple trees that line our street. Or my grandmother's hands, and how her skin seemed like paper. And the first time I saw my cousin Tony's brand new Firebird. And Janey. And my last thought was of Carolyn. I guess I could be pretty pissed off about what happened to me, but it's hard to be angry when there's so much beauty in the world. Sometimes, I feel like I'm seeing it all at once, and I can't take it. My heart swells up like a balloon that's about to burst. But then I remember to relax, and stop trying to hold onto it. And then, it flows through me like rain and I feel nothing but gratitude for every single moment of my stupid little life. You have no idea what I'm talking about, I'm sure. But don't worry. You will someday
non mi hai fatto niente, faccia di serpente. non mi hai fatto male
2 commenti:
MA
la pioggia arrivò dopo tanta calura e l'arcobaleno spuntò e i colori tornarono mentre dalla terra spuntavano i fiori e parlavano con lui.
Ciao Bask.Anche con i vari spostamenti...si ritrova il gusto della parola quando nè riconosci la fonte! Fulvia
grazie.
è arrivato, molto stretto e molto caldo.
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