era lì da sempre o almeno sembrava a me. bella e geniale che sembrava l’avesse fatta una natura impazzita e ispirata. il collo lungo lungo, gambo di un fiore bello, di un’eleganza pallida e soave. il viso sottile e triste come quando dentro sono passati ladri senza rispetto. e poi i colori un po’ sbiaditi, che non sapevi se fosse il tempo che è passato o le volte che avresti voluto accarezzarla.
stava lì, immobile, lo sguardo che era sempre quello, la pena che c’è quando manca qualcosa, il pensare perché quella tristezza infinita che ritrovavi ogni volta.
una testa di donna e non so neanche di cosa era fatta. un’onda furiosa a giocare con l’acqua. un gioco per farsi cammello in un pagliaio. e quell’acqua berla d’un fiato. per trafiggere il cuore con un ago d’autore.
bella ed inutile, messa lì, su quel mobile in una casa verso il mare. che potevi guardarla o no e niente cambiava per lei o per te. a parte il fatto che mi ero innamorato di quella piccola anima. chissà come, poi.
finchè, un giorno, al suo posto è rimasto un cerchio chiaro tra la polvere di una casa poco pulita.
caduta, rotta, buttata, hanno detto. e tutto era come sempre era stato.
lunedì 7 maggio 2007
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1 commento:
parole che lasciano senza parole.bellissimo.
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